Gobolinks

 

 

Molti chiamano “macchie di Rorschach” una forma grafica che non appartiene affatto a Rorschach. Non lo pretendeva nemmeno lui.

Le macchie di Rorschach non sono di Rorschach. Il Test delle Macchie d’Inchiostro non è di Rorschach.

Quindi forse è meglio rivedere (o studiare per la prima volta, se non li conosci già) i Gobolinks di Ruth McEnery Stuart e Albert Bigelow Paine.   Accompagnato dal saggio di inquadramento:

Felice Perussia – Macchie d’Inchiostro, Gobolinks, Test Proiettivi. pp. 177-216.

 


 

I due noti scrittori americani Ruth McEnery Stuart e Albert Bigelow Paine pubblicano nel 1896 l’affascinante album GOBOLINKS, che raccoglie un centinaio di Tavole a Macchie d’Inchiostro, accompagnate ciascuna da una definizione in forma di titolo e da una poesia esplicativa di quello che ci si può vedere dentro. I

l portfolio di McEnery Stuart e Bigelow Paine utilizza una tecnica astratta di action painting, realizzata ben prima che questo stile espressivo venisse perfezionato da Jackson Pollock.

GOBOLINKS è una bella performance artistica in se stessa, nella tradizione della KLEKSOGRAFIEN che era stata pubblicata dallo psichiatra Justinus Kerner. Ma quello che oggi ci interessa davvero è che le Tavole GOBOLINKS sono quasi identiche a quelle che il pubblico ingenuo chiama spesso, assai impropriamente, “Macchie di Rorschach.”

Studiare questo Album e poi rivisitare anche i molti Test a Macchie d’Inchiostro che sono stati pubblicati ben prima di Rorschach, è allora un esercizio interessante (e quasi indispensabile) per capire davvero gli strumenti della psicologia moderna. Ma anche per aiutare gli psichiatri (che ne sono i maggiori utilizzatori) e gli psicologi a non fare brutte figure.

Gobolinks: Immagini d’ombra per grandi e piccini. Psicotecnica Amazon, 2013, pp. 140.

 

 

 

 

 

La Copertina dei Gobolinks nella edizione originale del 1896

(conservata nella Collezione di Psicotecnica)