A partire dagli anni ’70 del Novecento, il cognitivismo conquista una posizione sempre più centrale per la psicologia universitaria statunitense
Nella sua forma di Scienza Cognitiva, rappresenta un movimento scientifico-ideologico che si allarga in forma inter-disciplinare a: computer science, ingegneria, filosofia, linguistica, antropologia, biologia, neuro-scienze ecc
La psicologia cognitivista è: mentalista, innatista, orientata a tradurre la psicologia in una forma di biologia elettronica
L’essere umano viene immaginato come un calcolatore, per cui la mente diventa computazionale, cioè simile al computer: un sistema complesso che utilizza algoritmi logico-matematici
Si parla di Input (informazione sensoriale) e di Output (elaborazione comportamentale) invece che di Stimolo e di Risposta, attribuendo un ruolo primario alla variabile interveniente dell’Organismo (più che altro: al cervello)
Viene posto al centro della psicologia il concetto di feedback o retro-azione o retro-regolazione, per cui: il nostro pensiero-comportamento è descritto come un sistema che tiene automaticamente conto dei propri risultati per modificarsi
Il cognitivismo confida nelle teorie dell’informazione, della comunicazione e della cibernetica
La simulazione a computer (intelligenza artificiale) è il metodo di ricerca più efficace
Una delle funzioni più rilevanti del nostro pensiero è considerata la memoria, definita come il continuo processo di: codifica, immagazzinamento, recupero di dati
Per il cognitivismo, le emozioni rappresentano invece più che altro un elemento di disturbo (illogico) rispetto alla intrinseca razionalità della mente
Il cognitivismo è un movimento frastagliato, con molti padri, zii e cugini, tra cui:
George Boole (1815-1864) che sviluppa un’algebra (ratio) basata solo su unità di informazione numeriche elementarizzate (binary unit o binary digit o bit) e su pochi operatori logici
Alan Turing (1912-1954) che introduce l’idea di una macchina intelligente, identificabile con un test in cui le risposte della macchina apparissero ad un suo interlocutore umano come indistinguibili dalle risposte di un altro essere umano
Claude Shannon (1916-2001) che sviluppa una teoria dell’informazione secondo cui qualsiasi dato può venire scomposto fino ad essere rappresentato in un codice binario, cioè in forma digitale
Miller, Galanter e Pribram (1960) che descrivono la nostra interazione con l’ambiente come il costruirsi di una sequenza di procedure di tipo TOTE: Test, Operate, Test, Exit
Noam Chomsky (1921-) secondo cui l’individuo non eredita dei contenuti mentali ma una struttura universale di linguaggio
Possiamo citare ancora: Franciscus Donders (1818-1889), Hermann Ebbinghaus (1850-1909), Edward Tolman (1886-1959), Karl Lashley (1890-1958), Lev Vygotskij (1896-1934), Jean Piaget (1896-1980), Jerome Bruner (1915-), Donald Broadbent (1926-1993), Ulric Neisser (1928-2012), John Searle (1932-), George Sperling (1934-), Jerry Fodor (1935-) e tanti altri
Nell’ambito del cognitivismo in senso lato si è affermata anche una forma di consulenza psicologica eclettica, definita come terapia cognitivo-comportamentale o terapia cognitiva, sviluppata in particolare da autori quali Albert Ellis (1913-2007), Joseph Wolpe (1915-1997), Aaron Beck (1921-)

Felice Perussia, quarant’anni abbondanti di lavoro psicologico con i gruppi, specie come mastro (e apprendista) di psicodramma & ipnosi, ma anche oltre trent’anni come professore ordinario di Psicologia Generale (Personalità, Storia) all’Università – Faccio base, con un gruppo di brillanti colleghe, principalmente a Milano 📞 3474753143