Evidence based Randomized Controlled Trial

 

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Il tormentone del movimento scientifico applicativo contemporaneo, specie in ambito clinico, si chiama: evidence based randomized control trial (studio controllato casuale che si basa sull’evidenza).

Il paradigma Evidence based Randomized Control Trial (o anche: Evidence Based EB o Randomized Control Trial RCT o quant’altro) è un modello operativo solido, ma non certo unico o indiscutibile. Suscita anzi delle critiche e delle controversie, per cui è rifiutato o ridimensionato anche da una parte del movimento scientifico-clinico. Tuttavia lo psicologo deve averne coscienza e sapere bene di che cosa si tratta.

Rimando ad altre occasioni il dibattito accademico-ideologico sul tema. Qui mi limito a ricordare che i concetti chiave del paradigma sono quattro: Evidence, Control, Random, Trial.

Evoco dunque le caratterizzazioni concettuali di tali costrutti:

  1. EVIDENCE: Prova, Testimonianza, Dimostrazione. Il dato si deve poter vedere, nel senso di verificare attraverso il sistema sensoriale: direttamente mediante i nostri occhi o meglio ancora attraverso un sistema di rilevatori meccanici automatici (considerati più oggettivi) cioè mediante apparecchiature impersonali di laboratorio. Il principio di base dell’evidenza è la pubblicità o condivisione sociale. Chiunque deve poter vedere e verificare da sé ogni testimonianza-dimostrazione, avendo a disposizione tutti gli elementi per poter ripetere di persona la di-mostrazione. Una semplice testimonianza diretta da parte del ricercatore ha valore puramente aneddotico, di curiosità ma non di prova. Il termine Evidenza (che ricorda la Regola di San Tommaso e del suo naso) è dal latino: e (fuori) video (vedere).
  2. CONTROL: Controllo, Verifica, Comando, Autorità. La sperimentazione deve essere sempre confrontata con una situazione identica a quella sperimentale, ma che sia priva della variabile oggetto della sperimentazione. Di solito sono compresenti: un gruppo sperimentale, su cui la variabile saggiata interviene; accanto a un gruppo di controllo parallelo, sui cui la variabile sperimentale non interviene. Se manca il campione di controllo-verifica: la sperimentazione non è considerata sufficientemente attendibile. Di regola ci vogliono almeno due testimoni per ciascuna condizione, per cui entrambi i campioni sono composti da una pluralità di soggetti; mentre il caso singolo continua ad essere considerato interessante, ma non probante né tanto meno dirimente (risolutivo). Il termine Controllo è dal latino contra-ruolus (letteralmente: contro-ruolo) che indica il registro (rotulus-ruolus) su cui si riscontrano-verificano in termini oggettivi i conti.
  3. RANDOM: Casuale, Occasionale, Fortuito. Le circostanze della sperimentazione devono essere sempre regolate dal destino o dalla fortuna, non dalle intenzioni o dalle manipolazioni dello sperimentatore. L’attribuzione di un soggetto al campione sperimentale oppure al campione di controllo deve essere a caso, per ridurre la probabilità che gli esiti conclusivi non siano l’effetto della variabile sperimentale bensì derivino dalla variabile di scelta messa in atto dallo sperimentatore. Random è dall’inglese-celtico arcaico da cui viene run (correre, scorrere) e da cui modernamente nasce anche il termine rune. Caso è dal latino cado-casum-cadere (cado-caduto-cadere) quale è tipico dei dadi o delle sorti in genere; mentre occasum (caratteristico ad esempio del sole quando è occidens) indica ciò che ac-cade.
  4. TRIAL: Processo, Giudizio, Esperimento, Verifica sistematica. In ambito scientifico-accademico, si evoca volentieri il modello sperimentale teorico del laboratorio: controllo di tutte le variabili che rimangono fisse, tranne quella sperimentale (controllata dallo sperimentatore) attribuendo ogni successiva variazione nell’insieme delle variabili fisse all’effetto della variabile sperimentale. Il trial per eccellenza è però il processo-esperimento che si svolge in tribunale e che permea di sé anche molta ricerca scientifico-accademica contemporanea: si parte da una serie di riscontri evidenti, sui quali si costruiscono argomentazioni rappresentative contrapposte fra accusa e difesa (tra differenti interpretazioni del fenomeno) così da raggiungere un’attribuzione (convenzionale ma condivisa e garantita nella sua forma dal giudice-referee) della realtà. Trial è dall’inglese try (provare) e rimanda latamente al latino testo-testare (provare, saggiare) da cui anche il testimone; mentre gli si lega pure il latino experior-experimentum, che deriva da ex (da, fuori) e perior-peritus-perire parallelo al greco peirao-peiro (provo, faccio prova, tento, esamino, saggio) da cui anche l’esperto, l’assaggiatore e l’esperienza.

Questo è ciò che viene evocato, anche in psicologia, quando ci si riferisce allo Evidence Randomized Controlled Trial.