Anni fa, a partire dagli Stati Uniti e sotto l’egida della Chicago School, è stata condotta una ricerca psicosociale sul campo facendo base nel paese di Chiaromonte in Basilicata.
Il conseguente rapporto di ricerca ha portato alla definizione di un concetto definibile sia come Società Amorale (Amoral Society) sia come Familismo Amorale.
Tale attitudine amoralistica-familista viene indicata come tipica di una “società arretrata” ma si riferisce in effetti ad alcuni tra gli aspetti morali, ovvero politici, più salienti e classici della nostra società italiana.
La ricerca ha avuto molto successo nella cultura sociologica, antropologica e psicologica internazionale, ma in Italia è per lo più stata considerata come una curiosità un po’ paradossale. Né mi risulta sia mai stata oggetto di analisi particolarmente approfondite.
Il fatto è che si tratta di una descrizione spietata di ciò che gli Italiani pensano della politica, e dei modi in cui agiamo di conseguenza.
Occorre sottolineare che non si tratta di un lavoro impressionistico e neppure di un testo con connotazioni ironiche o grottesche, come talvolta potrebbe sembrare anche considerando che molte conclusioni della ricerca sembrano il punto di partenza per la produzione di tanta parte della fortunata commedia all’Italiana che talvolta pare ispirarsi proprio a questi dati.
Si tratta invece di una ricerca nel senso più classico e accademico del termine.
È uno studio sistematico, condotto nei termini di quell’approccio scientifico (evidence based) cui oggi ci si richiama continuamente come punto di riferimento determinante per poter sviluppare strategie politiche oggettive e consapevoli.
Il Report si fonda su circa nove mesi di ricerca sul campo, con ampio ricorso alla osservazione partecipante, a interviste libere in profondità, a questionari quantitativi e pure al test psicologico proiettivo del TAT, avvicinando direttamente un buon campione rappresentativo della popolazione locale.
Non si tratta di una ricerca sui comportamenti politici materiali o ideali di noi Italiani, bensì di uno studio sistematico sui valori politici pratici del Paese.
Non evidenzia la nostra azione politica o le nostre aspirazioni sociali astratte, bensì i modi in cui ci rappresentiamo la realtà politica quotidiana, specie nei termini delle motivazioni che si ritiene muovano i rappresentanti nelle istituzioni e del modo in cui, di volta in volta, si decide di esprimere il nostro voto alle elezioni.
A una settantina d’anni di distanza dalla ricerca originale, merita sempre tenere conto di questo lavoro.
Anche nelle cronache giornalistiche degli anni Duemila avanzati, pare che capiti spesso di piegare alle proprie utilità familiari, o di consorteria, le scelte pubbliche più varie: dalla somministrazione dei vaccini, alla valutazione dei processi, alle pubbliche assunzioni a quant’altro.
Parallelamente: è costante lo sbandieramento, da parte di tanti amoralisti-familisti nella pratica, dei più alti ideali astratti di vivere solo al servizio della nazione quando si tratta di tenere discorsi ad altri.
Questa ricerca sul campo non esaurisce certo le visioni politiche degli Italiani.
Mentre è indubbio che tanti cittadini davvero si sacrificano e si danno da fare, senza trarne vantaggi, anche per gli altri.
Ma merita sempre di non nascondersi dietro a un dito e di tenere conto anche di questa possibile visione delle cose (ancorché assai diffusa) tra le altre.
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NOTE:
Ricordo che la Chicago School, fiore all’occhiello della University of Chicago, è un prodotto dell’influenza del suo fondatore George Herbert Mead (1863-1931) il cui contributo più significativo è “Mind, Self, and Society” curata postuma nel 1934 da Charles W. Morris.
Il testo originale di Banfield & Fasano è:
The Moral Basis of a Backward Society
By Edward C. Banfield with the assistance of Laura Fasano Banfield
Photographs by the Author
Research Center in Economic Development and Cultural Change, The University of Chicago – The Free Press, Glencoe Illinois, 1958
Edizione Italiana: Le basi morali di una società arretrata, Bologna, Il Mulino, 1976

Felice Perussia, quarant’anni abbondanti di lavoro psicologico con i gruppi, specie come mastro (e apprendista) di psicodramma & ipnosi, ma anche oltre trent’anni come professore ordinario di Psicologia Generale (Personalità, Storia) all’Università – Faccio base, con un gruppo di brillanti colleghe, principalmente a Milano 3474753143