Bowlby: Attaccamento

 

 

Attaccare è: rendere aderente a qualche cosa, applicare, unire, collegare

Attaccamento psicologico è: inclinazione, devozione o amore verso una persona, un oggetto, un modo di essere

Alla fine degli anni ’60 ha ottenuto un buon successo popolare la Teoria dell’Attaccamento, proposta da John Bowlby (1907-1990) psichiatra dell’alta società londinese, che pubblica tre volumi sul tema dello “Attaccamento e perdita”, dedicati rispettivamente a:

  • L’attaccamento alla madre
  • La separazione dalla madre
  • La perdita della madre

Bowlby studia l’interazione del bambino con la donna (la madre) e sostanzialmente mai con l’uomo (il padre)

Il tipo di attaccamento che il bambino costruisce nella relazione con la madre diventerà, secondo la sua teoria, il modello su cui costruirà le sue relazioni successive, anche da adulto

La teoria afferma che esistono alcuni modi principali, o sistemi comportamentali di relazione, o legami affettivi; definibili rispettivamente, più o meno, come:

  • attaccamento sicuro, che il bambino sviluppa quando la madre pare essere sempre a sua disposizione
  • attaccamento insicuro evitante, che il bambino apprende quando la madre sembra respingere o non registrare le sue richieste di attenzione
  • attaccamento ansioso ambivalente, che il bambino sviluppa quando la madre è talvolta disponibile e talvolta evitante
  • attaccamento ansioso disorganizzato, che il bambino impara quando la madre reagisce in modo per lui imprevedibile o incomprensibile

Bowlby aveva seguito negli anni ‘30 anche una formazione psicoanalitica, ma poi se ne era notevolmente distaccato, per cui la sua teoria è stata accolta con una certa freddezza dagli ambienti freudiani, anche perché non vi gioca alcun ruolo il complesso di Edipo né il conflitto tra Io, Es e Super-Io, né il principio secondo cui tutti i bambini sono sessualmente perversi, né altre ipotesi che vengono considerate fondamentali dalla prospettiva psicoanalitica

La teoria dell’attaccamento è stata accolta con entusiasmo dagli ambienti conservatori, soprattutto religiosi, poiché può essere interpretata anche come una riedizione in chiave etologica del concetto di istinto materno,

in quanto dimostrazione del fatto che il ruolo naturale della madre sarebbe necessariamente (biologicamente) solo quello dello stare in casa, a contatto del bambino, almeno per tutta la sua infanzia

I tentativi di verifica oggettiva, basata su fatti scientificamente controllati, del rapporto fra lo stile di relazione con la madre e la personalità adulta hanno portato alcuni indizi, ma non delle prove evidenti, per questa interpretazione teorica