Analisi psicologica

 

 

L’analisi psicologica comincia a svilupparsi in senso moderno nel Settecento, con la analyse psychologique di Étienne de Condillac (1715-1780)

Con l’Ottocento, le si affianca l’idea di estendere anche allo studio della psiche l’innovativo modello analitico proposto dalla medicina sperimentale di Claude Bernard (1813-1878)

Alla base dell’analisi psicologica sta la concezione post-newtoniana della psiche, che viene intesa come giuoco di energie e che viene detta psicologia dinamica (dal greco dynamis: energia potenziale, forza)

La necessità di analizzare l’apparenza manifesta (esplicita) dei pensieri e dei comportamenti nasce dall’interferenza costante di processi (o energie) mentali che sono inconsapevoli per il soggetto, ma che pure ne condizionano decisamente la psicologia

Il che evidenzia l’esistenza di un sub-conscio, o comunque di una doppia (o anche plurima) natura della coscienza, la quale può essere studiata e resa evidente soprattutto nello stato di trance, mediante la ricerca con l’ipnosi

I padri dell’analisi psicologica hanno sviluppato vari costrutti originali in questa direzione. Ad esempio:

Karl Reichenbach (1788-1869) identifica una istanza profonda di natura inconscia, che chiama Od, dove origina la nostra forza psichica, dalle cui vicissitudini deriva anche la salute e la malattia, sia fisica sia mentale

William Carpenter (1813-1885) descrive e studia il pensiero inconscio, identificato come attività rilevante ma latente e automatica, che si sviluppa nel profondo della mente secondo modalità arcaiche, senza che noi ne abbiamo coscienza manifesta

Hippolyte Taine (1828-1893) descrive in dettaglio le peripezie della nostra intelligenza nei termini di una scena sdoppiata, dove in primo piano (nel cosciente) si presenta la ragione, mentre in secondo piano (nell’incosciente) si dipana una vita mentale molto più ampia, complessa e determinante per i nostri comportamenti

Moritz Benedikt (1835-1920) identifica l’energia psicologica come libido

Josef Popper-Lynkeus (1838-1921) interpreta il sogno come realizzazione di desideri

Hippolyte Bernheim (1840-1919) identifica nella comunicazione suggestiva la possibilità di parlare direttamente all’incosciente, per orientarlo verso un miglioramento terapeutico

Théodule Ribot (1839-1916) definisce la memoria emotiva, evidenziando che la sopravvivenza nel tempo dei nostri ricordi, specie di quelli apparentemente rimossi, dipende dalle cariche affettive, spesso in conflitto tra loro, che si collegano ai contenuti mentali e che li mantengono vivi benché relegandoli ad un livello inconscio

Hermann Ebbinghaus (1850-1909) analizza le associazioni libere in stato di rilassamento

Alfred(o) Binet(ti) (1857-1911), collaborando anche con Charles Féré (1852-1907), studia il transfert della energia psichica che si fissa su un organo, anche spostandosi da una parte all’altra del corpo, oppure che viene catalizzata dall’intervento del terapeuta

Pierre Janet (1859-1947), cui dobbiamo il maggiore rilancio del concetto di analyse psychologique nel secondo Ottocento, mette in evidenza, attraverso l’ipnosi, gli automatismi subcoscienti che sono onnipresenti in tutti noi, così come la possibilità di modificarli in sede clinica

Con riferimento al pensiero e al comportamento, il modello dell’analisi psicologica dell’inconscio viene praticato dalla gran parte degli psicologi ottocenteschi, e in particolare dalla scuola personologica francese

Mentre in area tedesca (dove il rapporto grammaticale tra sostantivo e aggettivo è invertito) l’analyse psychologique viene chiamata più volentieri psychologische Analyse

Nel primo Novecento, rifacendosi al contributo di questi autori, interviene come attivo promotore e divulgatore dell’analisi psicologica il grande medico pratico e ipnotista Sigismund Freud (1856-1939) che opera a Vienna conseguendo un largo successo popolare