Lo psicologo deve imparare a non rispondere.
Successivamente, con l’esperienza, può imparare anche a non porre domande.
Più propriamente: la psicologa non intende veramente rispondere; la psicologa non intende veramente porre domande.
Lo psicologo è un catalizzatore, un placebo, un fattore terapeutico proiettivo, un significante senza significato, una eco senza parole.
Non è un presuntuoso e dilettantesco stregone che crede (o cerca di far credere) di saper interpretare presagi.
L’arte del non-rispondere davvero è assai sottile; mentre richiede grande competenza per essere realizzata.
Felice Perussia, da oltre 30 anni, è psicologo clinico e professore ordinario di Psicologia Generale in Università. Ha sviluppato una profonda competenza nella consulenza psicologica personale, collaborando con centinaia (o forse meglio: migliaia) di persone.